Racconti di vita e vite : perchè un Incrocio Manzoni in Tuscia

Racconti di vita e vite : perchè un Incrocio Manzoni in Tuscia

Nostro padre, che spesso era in Veneto per lavoro, aveva conosciuto questo vino a base di Incrocio Manzoni, da noi sconosciuto in quel momento. Fu amore a prima vista, anzi a primo assaggio!

Nel 2003, quando iniziò, insieme all'agronomo, a studiare il primo impianto della vigna, suo grande sogno, ci fu un seminario a Velletri su questo vitigno e sulle possibilità di impiantarlo nel Lazio.

Lui lo interpretò come un segno del destino e nel giro di una settimana aveva pronto l'ordine di barbatelle di Incrocio Manzoni.

Era solito curare tutto nel minimo dettaglio, ma per questo vitigno aveva una specie di "venerazione"; andò personalmente ad attendere il mezzo che le avrebbe consegnate all'inizio della strada, come se fosse un arrivo speciale. Si istruì meticolosamente su questa uva e ne parlava quasi con toni poetici, sicuro di produrre un bianco particolare, di livello superiore.

Nel 2007 vide la luce la nostra prima bottiglia di Zefiro e per il babbo fu davvero una gioia immensa.

Ma vediamo di conoscere un pò meglio questo magnifico vitigno e il vino che da esso prende forma.

LA STORIA DEGLI I.M.

Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento il 90% dei vigneti in Europa erano praticamente distrutti a causa dell'infestazione di parassiti, in primis la fillossera, un piccolo afide giunto dall’America. (si pensa che la fillossera sia stata introdotta in Europa dalle Americhe attraverso le navi commerciali che iniziarono a trasportare colture e piante del nuovo continente ma, insieme a queste, attraversò l’oceano anche il terribile ospite). La fillossera sbarcò in Europa probabilmente nel porto di Marsiglia, intorno al 1860; già nel 1863, le prime viti morirono nel Gard, in Occitania. Da lì a breve, l’insetto si diffuse per tutta la Francia e poi, tramite trasporto navale, in tutta Europa e nel mondo.

Solo lo sforzo congiunto di molti studiosi permise di salvare la vite e il nostro amato vino. I tentativi di controffensiva furono molteplici: allagamento dei vigneti, compressione dei terreni, insabbiamento delle radici, innesto e miglioramento genetico della vite mediante incrocio ed ibridazione.

Il Prof. Luigi Manzoni, agronomo e genetista, allora preside della Scuola Enologica di Conegliano Veneto, mise a punto una serie di combinazioni di incroci in due diversi periodi: il primo periodo tra il 1924 ed il 1930 fu contraddistinto con 2 numeri (il primo indicava il numero del filare ed il secondo il numero del ceppo sul filare) ed il secondo tra il 1930 e il 1935 e fu identificato da un gruppo di 3 cifre, di cui la centrale è sempre lo 0.

Egli utilizzò diversi vitigni per le sue sperimentazioni, ma solo alcune di queste combinazioni diedero dei risultati soddisfacenti. Negli Anni ’40 e ’50 nel Veneto ebbero notevole diffusione gli incroci 2.15 (Glera x Cabernet Franc)  e 2.3 (Trebbiano X Traminer) e successivamente proprio il Manzoni Bianco 6.0.13 da un incrocio di Riesling Renano x Pinot Bianco ed il Manzoni Moscato 13.0.25, incrocio tra Raboso Piave x Moscato d’Amburgo.

Da ricordare anche il Manzoni Rosa (Trebbiano X Traminer) ad uva rosata che solitamente viene ora utilizzato per la spumantizzazione.

Il fine ultimo era dunque quello di creare, mediante ''impollinazione guidata'', un ''super vitigno'' in grado di resistere agli attacchi della fillossera. Sembra facile a dirsi ora ma in quegli anni non era cosa semplice. Il lavoro del Professor Manzoni ha richiesto molta pazienza, passione e determinazione. Ha svolto il suo compito in un tempo tutto sommato breve e in un periodo non semplice della Storia Italiana che parte dalle ceneri della Grande Guerra al preludio della devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale.

 

 

 I.M. BIANCO 6.0.13

Il Manzoni Bianco 6.0.13, conosciuto anche come Incrocio Manzoni, o ancora più semplicemente come Manzoni Bianco,  è dunque il clone più famoso tra quelli ideati e messi a punto dal prof.Manzoni.
Vitigno autoctono della provincia di Treviso, nato dall’incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco, è oggi coltivato su quasi tutto il territorio nazionale avendo notevoli capacità di adattamento a climi e terreni anche molto diversi tra loro. (Restano comunque il Veneto e il Trentino le due regioni con la sua diffusione più vasta.)

Ha una produzione contenuta. Presenta infatti un grappolo piccolo, conico o cilindrico, spesso con un’ala e mediamente compatto (il peso varia dagli 80 ai 150 grammi). L’acino è medio piccolo, sferico e di colore giallo verde, la buccia è spessa, piuttosto consistente, mediamente pruinosa e dal sapore leggermente aromatico. Nel nostro vigneto ha una resa volutamente più bassa della sua già già naturale. Con una potatura a guyot, ci attestiamo mediatamente sui 40/45 quintali per ettaro. E' anche il nostro vitigno più precoce. La sua raccolta  inizia solitamente tra il 16 e il 18 agosto. Il nostro vigneto di Incrocio Manzoni è incastonato nella collina più soleggiata e ventilata della nostra tenuta. (il babbo, a ragion veduta, gli dedicò la zona più bella quasi a voler sin da subito creare una sorta di 'Grand Cru' tra i nostri vitigni a bacca bianca!)

''Questa è un’uva mai uguale a se stessa, che conferisce un’impronta al vino leggermente diversa a seconda dell’annata che affronta. È sorprendente, irripetibile, unica. Preserva nel suo spettro aromatico le caratteristiche di entrambi i genitori. È un’uva che risulta più acidula e minerale in annate più fredde, come la mamma riesling. Invece, è più aggraziata e fruttata in annate più temperate, come il babbo pinot bianco.'' amiamo ripetere nelle degustazioni del nostro Zefiro.

ZEFIRO

Ed ecco Zefiro, il nostro bianco iconico ottenuto da uve 100% Incrocio Manzoni:

Giallo paglierino intenso e luminoso. Profumo elegante e complesso, con sentori di ananas, albicocca matura , frutta esotica, fiori di pesco con lievi sfumature di glicine e note aromatiche. Sapore sontuoso, notevole la struttura dovuta anche alle bassissime rese delle uve in pianta. In bocca si presenta voluminoso supportato da una elevata gradazione alcolica, ottimo equilibrio acido, retrogusto pieno e morbido, lungo e persistente con note di frutta esotica.

Se dal ''babbo'' (Pinot Bianco) ha preso il corpo e la potenza, dalla ''mamma'' ha ereditato l'aroma delicato tipico del Riesling: personalità ben distinta per il nostro Zefiro, ma che riconduce sempre ad una duplicità intrinseca.

Il risultato è un vino apprezzato per l’equilibrio, l’eleganza, la peculiare mineralità ma soprattutto per la grande finezza. 

Zefiro, sin dalla sua prima annata di produzione (2007), ha espresso subito un’ottima potenzialità espressiva. Profumi che, sorso dopo sorso, sprigionano un ineguagliabile bouquet di emozioni floreali ed agrumate, da assaporare calice dopo calice. Vino longevo, anche adatto all’invecchiamento risulta ideale per antipasti, primi e secondi di pesce anche ben strutturati. Ottimo anche con verdure e formaggi freschi, da provare con vellutata di piselli o asparagi. Si presta magnificamente anche come aperitivo.

Ora non vi resta che provarlo!

Cheers!!

 

 

 

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