Tipologie e formati di bottiglie di vino

Ad ogni vino la sua bottiglia!

La bottiglia di vetro è il contenitore d’eccellenza per conservare il vino, e ne esistono di vari colori, dimensioni, e forme.

Il Design Lab delle industrie di packaging alimentari propone periodicamente nuove forme e colori, in linea con le tendenze dei mercati. La ricerca di nuove finiture, nuove dimensioni e nuovi stili nelle bottiglie di vino si concentra nell'infondere armonia, nella concordanza delle linee, fino a divenire Tratto Distintivo.

Qualunque sia la forma, lo stile, il peso (le normative ambientali impongono ad alcuni paesi un progressivo alleggerimento della bottiglia ai fini della riduzione di Co2) la bottiglia di vetro per conservare il vino è ancora oggi una scelta obbligata. Perché il vetro riesce a mantenere nel tempo le caratteristiche organolettiche del vino, che poi è quello che tutti noi amanti del vino desideriamo. Comprare una buona bottiglia, conservarla magari per diversi anni, e poi aprirla e berla in una occasione speciale con amici e parenti. 

La bottiglia più utilizzata al mondo ovviamente è la classica bottiglia bordolese da 0,75 litri, considerata a tutti gli effetti lo standard di oggi, che poi è anche quella che tutti noi siamo abituati a vedere quotidianamente sulle nostre tavole. Eppure il matrimonio tra la bottiglia di vetro e il vino è abbastanza recente. Le prime bottiglie per conservare il vino comparvero solo intorno al 1650.

I contenitori e le bottiglie di vetro esistevano già da lungo tempo, ma il design e la qualità del vetro ne limitavano tantissimo l’utilizzo, troppo fragile per il trasporto e la conservazione del vino. Fino ad allora i contenitori per eccellenza del vino erano state le botti di legno, da cui il vino veniva prelevato poco prima di essere portato sulle tavole dei consumatori con caraffe o accessori simili.

Intorno al 1650 però, diversi mastri vetrai europei, soprattutto inglesi, cominciarono a sperimentare nuove forme di bottiglie e tipologie di vetro, e sul mercato cominciarono ad arrivare bottiglie sempre migliori e soprattutto più resistenti. Anche i tappi in sughero fecero la loro comparsa più o meno in quel periodo. Iniziò così il lungo viaggio di nozze della bottiglia di vetro con il vino.

Ad ogni vino la sua bottiglia

 

Le forme più comuni per le bottiglie sono:

Bordolese, originaria della zona di Bordeaux, questa bottiglia ha una forma cilindrica, spalle molto accentuate e un collo corto, ed è tra le bottiglie più utilizzate al mondo per l’imbottigliamento dei vini fermi di qualsiasi tipologia. Può essere incolore (vetro bianco) o di vetro colore verde o marrone (da preferire comunque per una migliore conservazione del vino). I vetri scuri infatti limitano l'incidenza della luce.

Borgognotta o Borgognona, ancora una bottiglia “francese”, originaria questa volte della Borgogna, ha forma cilindrica, spalle slanciate e collo lungo, è molto utilizzata nel mondo prevalentemente per i vini bianchi. In Borgogna è indifferentemente utilizzata sia per i vini bianchi sia per quelli rossi.

Renana o Alsaziana, bottiglia è originaria della zona del Reno e dell’Alsazia utilizzata per i vini bianchi, o anche rosati. La forma slanciata, senza spalle e senza rientranza sulla base, suggerisce l’uso per i vini bianchi di facile beva che non lasciano deposito e che vanno consumati in breve tempo.

Champagnotta, altra bottiglia “francese” originaria della zona della Champagne, questa bottiglia è utilizzata in tutto il mondo per i vini spumanti. La forma è molto simile alla bottiglia Borgognona, ma di vetro più spesso e resistente, con un anello ( o cercine) molto sporgente per consentire un migliore ancoraggio della gabbietta del tappo.

Esistono anche altre forme di bottiglie, destinate soprattutto a prodotti vinicoli di nicchia, quali il Marsala, il Porto, o l'antica Pulcianella, (il ''fiasco'' per mezzo del quale le grandi famiglie nobili inviavano il vino di Montepulciano alla Corte Pontificia)

0.75, l'unità di misura del vino 

La quantità di vino all’interno di una bottiglia, come già detto, è di 0,75 litri, e la possiamo tranquillamente considerare come l’unità di misura delle bottiglie di vino in commercio. Ma perchè proprio 0,75 LT ? Perchè non 1 LT intero per fare cifra tonda?

Sul perché si utilizzi proprio questo tipo di capacità esistono varie teorie.

C'è chi sostiene che tutto sarebbe dipeso dalla forza polmonare degli antichi vetrai che soffiavano il vetro. Quando intorno al 1700 si cominciò a capire l’importanza di conservare il vino nel vetro si iniziò anche a produrre contenitori adatti a questo scopo, in particolare le bottiglie. I soffiatori però non riuscivano a soffiare bottiglie più grandi di 65-75 cl così, visto che si cercavano i recipienti più grandi possibili, si optò per le bottiglie da 75 cl.

Secondo un’altra teoria invece questa particolare unità di misura viene utilizzata perché una bottiglia di questa grandezza contiene esattamente 6 bicchieri da 125 ml utilizzati nelle osterie. In questo modo gli osti potevano calcolare più facilmente quante bottiglie sarebbero servite ai loro commensali.E per arrivare a fare cifra tonda, proprio lo standard da 0,75 lt risultava ideale per soddisfare 6 persone a tavola!.

Un'altra teoria vuole invece che siano stati gli inglesi, le loro unità di misura e le loro antiche consuetudini burocratiche a dare il via all'utilizzo del formato da 75 cl. Per via delle tasse portuali e dei costi di trasporto, ogni cassa di vino che salpava in direzione dell’Inghilterra doveva contenere al massimo 2 galloni imperiali. Ciascuna cassa poteva al contempo ospitare fino a 12 bottiglie. E il calcolo fu presto fatto!!. 1 gallone imperiale, infatti, equivale a 4,5 lt: dunque, dividendo i 9 lt a disposizione per le 12 bottiglie, il risultato portava alla soluzione dei 0,75 lt. 

Come vedremo tutti gli altri formati sono multipli della bottiglia di vino standard. Multipli o frazioni per l’esattezza, perché in commercio esistono anche bottiglie di vino piccole, più piccole della bottiglia standard.

 

I Formati e I nomi delle grandi bottiglie di vino

In generale, nei formati più grandi vengono conservati i grandi vini, i vini in assoluto migliori, quelli più pregiati, quelli che si bevono nelle grandi occasioni. Il vino nelle grandi bottiglie si conserva meglio (minor rischio di ossidazione!), ed è per questo che sono ricercate dai grandi collezionisti di vino di tutto il mondo. Come è facile immaginare il prezzo di queste bottiglie di vino pregiato cresce al crescere del formato.Tradizionalmente sono soprattutto gli Champagne ad essere imbottigliati nei formati più grandi, mentre i vini tranquilli, al contrario, vengono messi principalmente nei formati “minori”.

In più, alcuni formati sono molto pesanti e voluminosi, bisogna essere in due per il servizio, e anche piuttosto robusti: il Melchisedec pesa 54 kg quando è pieno! 

Altro particolare per i grandi formati: è difficile trovare un luogo sufficientemente grande per conservarli al fresco. E' un dettaglio da non trascurare per organizzare in anticipo le grandi occasioni.  

Ma una cosa è certa, i nomi con cui sono classificati sono intriganti.

Facciamo un piccolo tuffo nel passato alla ricerca delle origini di questi nomi, e cominciamo li dove inizia la dismisura, cioè dal JéroboamNessuna versione ufficiale esiste per dimostrarne l'origine esatta. La doppia magnum, 3 litri di contenuto, è il frutto del lavoro di Pierre Michell, un industriale di Bordeaux del XVII secolo. Difficile oggi trovare delle bottiglie dalla capacità superiore al Jeroboam. Il nome proviene da quello di un re, il fondatore del regno di Israele e suo primo re dal 933 al 910 a.C. Un nome più che adatto alla misura della bottiglia. 

La taglia aumenta e il nome si fa ancor più eccentrico. Con la capacità di 6 L, il Mathusalem simbolizza la longevità. Il suo nome proviene infatti dal personaggio più vecchio dell'Antico Testamento: Matusalemme avrebbe infatti vissuto 969 anni. Nel bordolese (zona di Bordeaux) lo si chiama anche più semplicemente l'Imperiale. Il Salmanazar, quanto a lui, accoglie ben 9 litri di liquido, equivalenti a 12 bottiglie. Salmanazar, re degli Assiri, è famoso per le sue battaglie contro i Babilonesi. Il Balthazar, con i suoi 12 litri, equivale a 16 bottiglie classiche. Rappresenta un omaggio al celebre Re Magio, sovrano di Babilonia, che mori in occasione della presa della città da parte di Ciro II, fondatore dell'Impero Persiano. Successivamente troviamo i 15 litri del Nabucodonosor,  Re di Babilonia. Alcuni produttori, soprattutto di Champagne, hanno recentemente concepito bottiglie dalle dimensioni ancora più grandi: il Salomon (24 bottiglie), il Souverain (35 bottiglie), il Primat (36 bottiglie).

Nel 1999 nacque anche la prima bottiglia da Champagne da 30 lt. chiamata Melchidezec (sommo sacerdote), ma qualche vetreria la chiama più semplicemente Midas (re Mida della Frigia).

Questi altisonanti nomi biblici hanno contribuito di certo a costruire il mito dello champagne. L'associazione paradossale tra l'idea di festività che lo Champagne porta con sé e l'attribuzione di nomi che riecheggiano la guerra di certo è qualcosa che balza agli occhi. Strategia di marketing, aneddoto o reale significato? Il mistero è lungi dall'essere svelato, ma l'importante è stappare !!!

Cheers!!!

Torna al blog